sabato 23 maggio 2015

Centoparole Magazine / Italy / Interview


Rinat Shingareev: lo spirito della contemporaneità

Rinat Shingareev, giovane artista russo che con l’Italia ha un legame speciale, è conosciuto e apprezzato ormai in tutto il mondo per le sue opere insolite, colorate, ‘Pop’. Entriamo in contatto con lui attraverso la Rete – il mezzo di comunicazione ‘Pop’ per eccellenza, ormai – e veniamo subito colpiti dal suo italiano perfetto e dalla sua spontaneità e cordialità. Con lui parliamo proprio di Pop Art, e dei suoi progetti per il futuro. 

Rinat, vorremmo chiederti di te, delle tue origini e delle tue esperienze più importanti. Com’è iniziata la tua passione per l’arte?

Ho ventott’anni e sono nato in Russia. Parlando delle mie più importanti esperienze partirei proprio dalla Russia, dove ho concluso i miei studi alla scuola d’arte e durante i quali ho frequentato una moltitudine di corsi diversi, da design d’interni a Web design. Il desiderio di aumentare il livello di conoscenza mi ha spinto dalla Russia fino in Italia dove mi sono laureato con 110 e lode all’Accademia di Belle Arti. Non volendo perdere tempo mi sono concentrato totalmente sulla mia arte, ho continuato a dipingere e fare mostre collettive in giro per l’Italia, Germania e Austria.
Uno dei ricordi più belli di quei tempi è stato l’articolo di Luca Telese, che mi ha dedicato sulle pagine di Maxim Italia. È stato una grande soddisfazione e stimolo per andare avanti e realizzare i progetti più interessanti e originali.
Posso dire che le mie passioni, ovviamente, a parte l’arte, sono i viaggi e lo sport. Se l’arte ti da soddisfazione spirituale, lo sport ti rende più forte fisicamente e ti carica di energia produttiva.

Quando hai iniziato a dipingere Pop Art? Come mai sei stato attratto da quel movimento artistico?

Penso che il mio interesse per la Pop Art sia apparso esattamente durante gli anni di studio presso l’accademia in Italia. Se in Russia tutta la mia formazione artistica era concentrata solo sull’arte classica, dove ci sono limiti precisi e regole severe, la Pop Art è stata per me una vera rivelazione: l’arte piena di libertà dove puoi realizzare le idee più audaci. In seguito, anche la mia tesi è stata dedicata alla Pop Art e ai principali esponenti del movimento che mi hanno ispirato e grazie ai quali ho subito capito che cosa voglio fare in futuro.

Hai uno stile preferito?

L’arte è interessante proprio perché è varia e illimitata e quindi è molto difficile scegliere uno stile specifico. Le mie preferenze nell’arte variano da Bacon e Warhol a Raffaello e Michelangelo. Con lo stesso interesse posso visitare sia le mostre d’arte moderna che quella classica. Eppure, se dovessi scegliere, probabilmente avrei scelto i grandi maestri del Rinascimento e i loro indiscutibili capolavori.

Cosa pensi dell’Italia e della Pop Art in Italia, o, più in generale, dell’Arte Contemporanea nel nostro paese?

Vivo da molti anni in Italia e devo dire che personalmente per me il vostro paese è un posto ideale per la creatività. Il clima caldo, ottima cucina, un gran numero di mostre e musei hanno un ottimo impatto sul processo lavorativo e mi ispirano a nuove opere. Se ogni artista ha la sua musa, la mia musa principale è proprio l’Italia!
Per quanto riguarda l’arte contemporanea in generale, per gli artisti, in Italia, ci sono ottime condizioni per la promozione della propria creatività grazie alle numerose gallerie d’arte che sono disposti a collaborare con te, oltre a molti eventi artistici tenuti dal comune. Inoltre, ogni anno con grande piacere visito la fiera d’arte contemporanea di Milano e la Biennale di Venezia, dove è possibile non solo passare bel tempo, ma anche stabilire contatti con le persone del settore.

La fotografia, secondo te, è arte? Che cosa ne pensi?

Sì, naturalmente, la fotografia è anche una forma d’arte. Se partiamo dall’idea che l’arte è un processo di espressione del mondo esterno o interno in un’immagine artistica, la fotografia è solo un mezzo per raggiungere questo obiettivo, come la pittura per un artista, la musica per un musicista o le opere letterarie per uno scrittore. Sei tu a scegliere il modo d’espressione più adatto a te dei tuoi sentimenti ed emozioni.
Anch’io uso la fotografia e forse, un giorno, la porterò al livello della pittura, ma per ora tutto questo rimane solo in forma di esperimenti. Tra fotografi contemporanei preferisco, certamente, David LaChapelle, anche se vi consiglio di prestare attenzione anche a Gui Martinez e Benoit Paille.

É stato difficile imparare le tecniche per la realizzazione di opere Pop, o, per te, applicarle?

Posso dire che io stesso ho sviluppato il mio stile, nonostante il fatto che all’inizio del mio percorso mi sia ispirato alle opere dei rappresentanti principali della Pop Art. Non sono sicuro che esistano delle tecniche speciali nella Pop Art, ma la maggior parte delle opere hanno, fra loro, le stesse caratteristiche come l’uso dei colori brillanti e di noti personaggi ed oggetti.

Molti dei suoi soggetti sono persone; come mai questa scelta? Rappresentare personaggi famosi, come i politici ad esempio, in stile Pop è difficile?

Prima di tutto, vorrei dire che lo scopo principale della mia arte è il desiderio di trasmettere lo spirito della mia epoca attraverso i personaggi che giocano un ruolo chiave nei settori come la politica, sport, lo show business e via dicendo.
Scelgo sempre i personaggi più brillanti e interessanti. E prima di iniziare una nuova opera studio a lungo la persona scelta, cerco di trovare le emozioni più precise. Quelle emozioni che possono trasmettere la mia idea al massimo, nel modo migliore, e rendere il lavoro indimenticabile e speciale.
Devo dire che sul lato tecnico non sento assolutamente nessun tipo di difficoltà. Invece la maggior sfida per me è quella di trovare un’idea grazie alla quale poter descrivere, quanto possibile, il mio personaggio e raccontare dal mio punto di vista il suo percorso della vita, ed anche sottolineare i momenti più importanti nella sua storia.

Quando dipingi cerchi sempre una storia, un messaggio da trasmettere, o sei attratto anche dall’emozione pura e dall’immediatezza?

In ogni mio lavoro metto un certo significato. Vorrei che la mia arte potesse provocare diverse emozioni nelle persone, desse loro un motivo di riflessione, stimolasse la fantasia. Alla fine, ogni opera d’arte può suscitare mille pareri ed interpretazioni.

Suggeriresti a uno studente che sente di avere uno spirito creativo dentro di se di esprimerlo attraverso l’Arte Contemporanea? Cosa gli diresti?

Prima di tutto, un aspirante artista deve credere in se stesso, nelle sue forze e nella sua arte. È molto probabile che all’inizio del suo percorso incontri mille difficoltà, ma se ha veramente qualcosa da dire al suo pubblico, prima o poi raggiungerà il suo obiettivo.
Inoltre, vorrei aggiungere che la presenza del talento in una persona non farà di lei automaticamente un artista di successo. È necessario sviluppare costantemente il proprio talento, lavorando ventiquattr’ore al giorno su se stessi, cercando idee nuove e interessanti e realizzandole nel miglior modo possibile. È la strada più semplice e allo stesso tempo più difficile per arrivare al successo.

Hai in progetto una mostra personale in Italia? Anche a Trieste, magari?

Sì, ho l’intenzione di organizzare una grande mostra personale in Italia. Molto probabilmente a Milano.
L’Italia è un bellissimo paese ricco di storia e arte, con città fantastiche pieni di musei e monumenti importanti. Quale altro paese potrebbe andare bene per il mio progetto?!
Non sono mai stato a Trieste, ma mi piacerebbe molto visitare la vostra città e chissà, magari in futuro presentarci anche la mia arte.

Serena Bobbo © centoParole Magazine – riproduzione riservata

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